Se c’è un filo conduttore della terza giornata del Festival Internazionale del Giornalismo (per quella che è stata la mia giornata, ovviamente), credo che questo sia stato quello dei… soldi! Potrà sembrare un argomento in un certo senso un po’ scabroso, ma anche i giornalisti, come tutti, lo devono affrontare, soprattutto in un periodo come questo in cui i vecchi modelli di business stanno vacillando e quelli nuovi sono ancora molto confusi.
Il primo dibattito che mi ero ripromesso di seguire era quello dal titolo “Come trovare i finanziamenti per le tue inchieste giornalistiche”, ma il vostro blogger preferito si è… ehm… ha avuto… diciamo… insomma, c’è stata una dura lotta tra il cuscino e il dovere, e per una volta ha vinto il cuscino. Per farmi perdonare, però, vi segnalo un paio di link da cui potete ugualmente trarre le informazioni relative a questo argomento. Il primo è Journalismfund.eu, e in aggiunta a questo potete consultare anche il sito dello scambio internazionale europeo Mediane.
Nel corso della mattinata è proseguito anche il corso sul data journalism che era cominciato il giorno prima, questa volta entrando un po’ più nel dettaglio, spiegando come usare i dati raccolti con Excel. Il corso diventerà più avanzato, ma per quelli che sono i miei interessi ciò che ho appreso da questi due incontri è sufficiente.
Tornando invece all’argomento principale della giornata, c’è stato un incontro sul crowdfunding che ha approfondito gli argomenti trattati il giorno prima. Ciò che si è voluto rimarcare è che prima di partire con una campagna di raccolta fondi occorre avere prima una comunità di base che abbia grande fiducia in chi la propone. Il Festival Internazionale del Giornalismo, in tal senso, è una conferma concreta di questo concetto.
Nel pomeriggio c’è stato un dibattito sul tema della sostenibilità economica delle testate giornalistiche, in cui posizioni assai diverse non hanno fatto altro che confermare la grande confusione che ruota attorno a questo argomento.
Un altro dibattito sul tema dell’analisi delle statistiche di accesso ai siti ha confermato in me la convinzione che i vari punti di vista su uno stesso argomento, pur quando siano concordanti, non portino ad alcuna conclusione memorabile, lasciando tutto il discorso un po’ in sospeso. Molto meglio gli interventi in cui è solo una persona a esporre le sue idee, perché c’è maggior tempo per argomentarle e farle aasimilare agli ascoltatori. Ovviamente questa è la mia personalissima opinione.
In serata Beppe Severgnini ha intervistato Diego Piacentini (vice presidente di International Amazon), parlando di Jeff Bezos e delle sue stranezze (famosa la sua risata, di cui si dice che sia come il grido di uno stormo di anatre sotto LSD), ma soprattutto dei nuovi prodotti di Amazon. Considerato che Amazon è uno degli sponsor principali del festival, questa piccola parentesi promozionale ci sta.
La serata si è conclusa con il tutto esaurito di Marco Travaglio al Teatro Morlacchi. Con il suo consueto stile ironico ha iniziato il suo monologo parlando del presidente Giorgio Napolitano, per concludere illustrando lo stato di degrado in cui versa la stampa italiana di oggi, che ha da tempo rinunciato alla sua funzione fondamentale di cane da guardia della democrazia. Parlando ad una platea di colleghi, Travaglio non poteva trovare interlocutore migliore, ma a giudicare dai grandi applausi ricevuti risulta evidente che il problema risieda ad un livello superiore a quello del giornalismo. Gli editori ne sanno qualcosa?
A domani per il resoconto della quarta giornata.