Sto ascoltando ora “Cinema Samuele”, il nuovo album di Samuele Bersani. Lo sto ascoltando (già per la terza volta) attraverso Spotify, che prontamente mi ha notificato la novità del giorno che aspettavo da settimane.
L’attesa… Il valore dell’attesa è poco di moda quando la regola generale sembra essere quella di ottenere tutto e subito, sempre. Oggi invece, ascoltando questa novità nel momento stesso in cui è appena uscita, mi rammarico di non avere una copia fisica tra le mani. Un bel disco in vinile è quello che ci vorrebbe ora, in questo momento. Al primo ascolto, non dopo.
Perché? Beh, il motivo è che queste canzoni sono state scritte alla vecchia maniera, nel senso che sono state pensate e ripensate dal loro autore con l’intenzione di proporle ad un pubblico che si prende il tempo per ascoltarle attentamente. Senza fretta. Per questo motivo mi manca una copia fisica. Cos’altro dovrei fare mentre ascolto canzoni che richiedono attenzione? Dovrei leggermi le notizie del giorno su qualche quotidiano online, tenendo le canzoni come sottofondo? Dovrei leggere le email mentre ascolto per la prima volta la voce di Samuele Bersani che canta una canzone intensa come “Il tuo ricordo”? Niente di tutto ciò. Al primo ascolto di un disco del genere non si fa nulla. Si ascolta. E basta.
Ci vorrebbe dunque una copertina da maneggiare durante l’ascolto. Ci vorrebbero delle note di copertina da scorrere, e magari alcune foto nella busta interna del vinile, mentre la musica va. Così da aver qualcosa “da fare” mentre si ascolta e basta. Invece la musica è liquida. La solidità del disco in vinile arriverà in ritardo rispetto al primo ascolto, portata da qualche corriere, perché ormai i negozi di dischi sono una rarità così come le persone che danno ancora importanza alla musica al punto tale da non fare altro che ascoltarla e basta, senza dedicarsi contemporaneamente ad altre attività. Questo è un album (dovrei dire: un disco) per chi dà ancora un valore a cose importanti come la musica, e sa ascoltare con calma perché consapevole che ne vale la pena. Samuele Bersani ha avuto bisogno di tempo per scriverlo, gli ascoltatori avranno bisogno di tempo per metabolizzarlo.
Se vi aspettavate una recensione quando avete cominciato a leggere queste righe, ebbene dovrete accettare il fatto che non lo è. Occorre aspettare anche quella. Sempre che, dopo una settimana dall’uscita, abbia ancora senso scrivere una recensione ponderata e ci siano dei lettori interessati a leggerla. Motivo per cui, molto probabilmente, non la scriverò. Vi auguro dunque buon ascolto di un album che in ogni caso vi raccomando caldamente.