Da circa un mese ho il piacere di insegnare “Storia della canzone italiana moderna” presso l’Istituto Italiano di Cultura di Varsavia, ed è un’esperienza che mi sta dando una certa soddisfazione e che mi dà inoltre la possibilità di tornare su quei temi che avevo già affrontato nella mia tesi di laurea.
Oggi propongo un estratto dalla terza lezione, in cui si parlava del periodo degli anni ’50, caratterizzato dalla nascita del Festival di Sanremo (espressione del trionfo della più classica “canzone all’italiana”) ma anche da alcuni elementi di rinnovamento, come la diffusione delle commedie musicali e di locali come i night club.
Proprio all’ambiente dei night è legata la figura di un grande innovatore di quei tempi: Fred Buscaglione. In questo video si delinea brevemente la sua figura, che tanto ha influenzato la musica di artisti che verranno molto tempo dopo, come Paolo Conte, Vinicio Capossela o Francesco Baccini.
Di seguito trovate il brano “Che notte”, di cui si parla nel video, e la trascrizione dell’intervento (attenzione: il volume è più alto rispetto a quello del video; abbassate il volume, prima!).
Riprendiamo il discorso da questo punto: quindi da una parte Sanremo, con tutto il suo bagaglio tradizionale; dall’altra parte qualche cosa di nuovo che sta emergendo, c’è un’aria di rinnovamento che non è solo la commedia musicale, ma è anche il diffondersi in Italia dei night club. Questi sono locali che si ispirano ai classici night americani, quelli che tutti noi abbiamo chiari nel nostro immaginario: quei locali fumosi, frequentati ad gangster, comunque dove ci sono spettacoli di vario genere, spogliarelliste, e queste cose qui. Questo genere di locali si diffonde anche in Italia, e questi locali sono un luogo ideale per gli artisti, che si esibiscono: artisti di vario genere, molti cantanti, anche le spogliarelliste. In questi locali si viene a formare un nuovo tipo di canzone: si sente quell’aria di rinnovamento che raggiungerà poi il culmine con Domenico Modugno, come poi vedremo più tardi. Ci sono due artisti in particolare che sono legati all’ambiente dei night, e che vale la pena ricordare: il primo è Renato Carosone, legato all’ambiente di Napoli, e il secondo è Fred Buscaglione. Direi di cominciare con quest’ultimo.
Fred Buscaglione è nato a Torino, nel 1921: è un musicista che ha avuto già da giovanissimo diverse esperienze, era un polistrumentista e suonava il violino, il contrabbasso, la tromba, il pianoforte, e si esibiva in diverse formazioni nell’area di Torino.
L’incontro con Leo Chiosso è importante perché Leo Chiosso scrive dei testi particolari: sono testi molto ironici, che fanno leva sul buonumore, e che comunque sono ambientati in questi luoghi, nei night club, nei luoghi della malavita americana. Quindi, i due decidono di costruire un “personaggio”: Fred Buscaglione non è semplicemente un cantante che canta delle canzoni qualsiasi, ma si cala completamente nella parte del “duro”. È un duro, però, dal cuore tenero, è un duro simpatico, le sue canzoni sono popolate da gangster, da belle donne (le “pupe” del gangster), con storie di traffici clandestini, e queste cose qui. Però questi argomenti sono trattati sempre con molta leggerezza, con molta ironia: fanno sorridere, queste canzoni, ed è una grande novità se pensate a tutti gli argomenti delle canzoni di cui abbiamo parlato fin ora, insomma: i classici amori… La canzone all’italiana: l’amore sognato, la famiglia, la campagna, di cui avevamo anche parlato. Le canzoni del fascismo, poi, non ne parliamo… Quindi, queste sono canzoni in cui si propone un’ambientazione completamente diversa, con questo cantante che si veste elegante come se fosse un gangster americano, con i baffetti alla Clark Gable, e che insomma imita questo modello americano. Quindi è veramente una grande novità: sono “canzoncine”, molto leggere, ma sono ironiche e provocatorie. Questa è una delle poche vere alternative al rock’n’roll americano che in quel periodo si sta sviluppando. Nella prossima lezione vedremo come il rock ’n’ roll sarà assorbito in Italia. Però, siamo ancora negli anni ’50, e quindi questa è veramente una grande novità. Quindi, abbiamo visto il personaggio alla Clark Gable, con la voce roca e il baffo da simpatico mascalzone, il bicchiere di whisky sempre in mano, la sigaretta sempre accesa, con quest’aria “un po’ così”… Ascoltiamo un paio di canzoni…
… Questa era la prima canzone, adesso ne ascoltiamo un’altra – sempre sullo stesso tema – che si chiama “Che notte”. Diamo un’occhiata velocemente anche a questo testo, e qui c’è proprio tutta l’ambientazione, completa; quello di cui vi parlavo prima: i gangster – qui li vediamo proprio. Nella canzone di prima c’era solo una ragazza; qui ci sono tutti i gangster. Lui parla di una notte memorabile, una notte di quelle che non si possono dimenticare, perché sono successe tante cose. E allora lui comincia: “Che notte, che notte quella notte / se ci penso mi sento le ossa rotte”, quindi già ci dice come è andata a finire: le ha prese, insomma! Dunque, ricorda quella notte in cui ha rischiato, ha preso anche le botte, però alla fine è riuscito ad avere un momento romantico con questa ragazza. Ci descrive tutta l’ambientazione, la nebbia, il boss, le belle ragazze: questa qui è l’ambientazione tipica americana che è qualcosa di completamente diverso rispetto a tutte le canzoni italiane di quel periodo, e quindi è veramente una grossa novità. Ascoltiamola…