Dario Franceschini - pagina facebook

È ufficiale: il ministro Dario Franceschini ha annunciato su Facebook che il bando del MIBACT per le Notti al museo è stato ritirato. Dopo le numerose proteste, si è dunque definitivamente conclusa la vicenda in cui il Ministero dei Beni Culturali (MIBACT) cercava musicisti che suonassero gratis per le “Notti al museo”, con un messaggio del ministro a Michele Spellucci, il violoncellista che aveva scritto la lettera aperta che ha avviato la protesta. Anche se nei giorni scorsi il bando era sparito dal sito, i suoi effetti rimanevano comunque validi. Ora invece il messaggio del ministro comunica «il ritiro dell’avviso pubblico», cercando una giustificazione a tutta la vicenda nel fatto che lo stesso bando era stato emanato lo scorso anno con un ministro diverso (senza alcuna protesta) e semplicemente riproposto quest’anno, giungendo inoltre a sostenere le ragioni degli artisti nell’avere una giusta retribuzione.

Alla comunicazione del ministro ha fatto seguito la risposta di Michele Spellucci, sempre attraverso Facebook. Di seguito sono riportati i messaggi completi come apparsi su Facebook: prima quello del ministro Franceschini e poi quello del violoncellista Spellucci.

«Gentile Michele,

le scrivo per comunicarle il ritiro dell’avviso pubblico per la realizzazione di eventi culturali durante le aperture serali dei musei statali. Mi permetta di chiarire che quel bando si prefiggeva, così come lei ha ben colto nella sua lettera, di entusiasmare la creatività e offrire la possibilità agli artisti di esprimersi nei più bei luoghi della cultura italiana.
Lo scorso anno, quando ancora non ero ministro della cultura, in molti hanno salutato positivamente l’iniziativa ‘un sabato notte al museo’ e per questo la Direzione Generale per la Valorizzazione del Patrimonio Culturale del ministero ha riproposto il bando 2013 anche per il 2014. Non mi interessa capire perché allora non vi furono polemiche quanto piuttosto ringraziarla per la sua lettera perché mi permette di affrontare un tema che mi sta particolarmente a cuore: la remunerazione e il rispetto dei lavori creativi. Troppo spesso, infatti, nel settore dell’arte i giovani artisti – e purtroppo non solo loro – vengono chiamati a lavorare gratis come se questo rappresentasse una tappa obbligata della loro crescita professionale. Come a dire ‘stringete i denti e andate avanti perché tanto, prima o poi, verrete lautamente ricompensati. Non ora però’. Trovo questo atteggiamento ingiusto e non vorrei che fosse proprio il MiBACT ad avallarlo, seppur involontariamente. Non è certamente nelle nostre intenzioni, anzi, solo un mese fa, abbiamo salutato positivamente la definitiva approvazione della legge che riconosce le professioni culturali perché riteniamo con convinzione che non può esserci piena tutela e valorizzazione del patrimonio culturale se non si valorizzano le competenze di chi vi opera.
Per tutto questo, in attesa di avere maggiori disponibilità finanziarie per remunerare adeguatamente gli artisti che partecipano ai nostri progetti di valorizzazione, ho dato indicazione di annullare l’avviso pubblico oggetto della sua lettera.
Cordialmente,


Dario Franceschini
Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo».


Questa invece la risposta di Michele Spellucci:


«Gentilissimo Ministro Franceschini,

La ringrazio davvero per il Suo messaggio e per la cortesia usatami nel volermi comunicare personalmente il ritiro del bando.
Non Le nascondo la mia felicità e soddisfazione nel leggere le Sue parole e nel sapere quel bando definitivamente risolto. Sentimenti però fortemente oscurati dalla consapevolezza che questa risoluzione arrivi solo in seguito a centinaia di migliaia di condivisioni della mia lettera, a migliaia di mail e telefonate di protesta, numerosi articoli su giornali e blog, interviste radiofoniche e quant’altro. Quasi a dimostrazione del fatto che in questo paese le Istituzioni riconoscono dignità e rispetto ai propri cittadini ed al loro lavoro, non a priori ma solo dopo che essi si siano battuti alacremente. Concetto che trovo pericoloso ed aberrante.

Questa vicenda genera per me tre riflessioni.

La prima è sulla credibilità di un Ministero che si prefigge di modificare il modus opinandi sulla cultura in questo paese e poi cade nella trappola di reiterare bandi precedentemente emessi senza soffermarsi nel merito dei bandi stessi, non curandosi se questi siano in linea con i principi di lavoro annunciati dal Ministero e se sussistano le adeguate tutele verso coloro dei quali il Ministero vuole prendersi cura. Il tutto fino a prova contraria, ovvero fino alla sollevazione dei cittadini. Trovo pericoloso, opinabile e soprattutto estremamente superficiale il principio secondo cui “se finora nessuno ha detto niente, allora vorrà dire che è ben fatto” specialmente se applicato da una Istituzione che ha come scopo principale la Valorizzazione e la Tutela. Anche quando l’Inquisiszione bruciava libri proibiti nessuno diceva niente, ma era per questo cosa ben fatta???

La seconda considerazione è molto più semplice.
L’attuale governo stanzierà 10 MILIARDI di euro per la costruzione dell’autostrada Orte-Mestre intervenendo sulla attuale E45, superstrada esistente, pagata con i soldi dei cittadini, che sarebbe sufficiente manutenere e mettere in sicurezza ma che invece si è deciso di distruggere e ricostruire ex-novo spendendo altri soldi pubblici, per poi affidarne il piano di rientro ad un privato con noti precedenti penali… E direi che questo di per sè fa decadere tutti i discorsi sulla mancanza di soldi. Volendo i fondi si trovano a quel che pare… Ma di certo non per la cultura.

In ultimo tutta questa storia mette in luce una cosa importante. Se gli artisti cominciano ad alzare la testa, protestando non quando chiudono i teatri e si rischia di perdere il posto ma quando chi ha potere decisionale emana leggi ridicole che portano come conseguenza alle inevitabili chiusure dei teatri, allora si possono ottenere risultati importanti. Questa storia è la dimostrazione che pur senza sindacati, senza partiti, senza nulla ma da semplici cittadini, se si vuole dire qualcosa e la si dice in molti e con forza, alla fine anche solo la parola riesce ad avere un potere sul potere. E questo mi da speranza.

Dal canto mio, signor Ministro, posso solo chiudere questa lettera con una promessa. Con questa storia si è lentamente risvegliato un popolo, il popolo degli artisti, e questo popolo sarà ben lieto di applaudirLa quando farà qualcosa di positivo per l’arte ma sarà di contro estremamente vigile e perentorio nel non accettare più atti, bandi, leggi e regolamenti che schiaccino la sua dignità e impediscano di valorizzare questo paese come merita.

Per cui gentilissimo Ministro nel salutarLa cordialmente ed augurandoLe un buon lavoro, non è addio che Le dico ma a presto risentirci.

Cordialità

Michele Spellucci
Violoncellista».

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